sabato 13 dicembre 2008

Siamo "lazzari felici"

È senza dubbio così che ci si sente. Penso che i Casalesi si sentano così. Da tanti, troppi anni. Mi viene in mente questa canzone di Pino Daniele mentre attraverso il Corso Umberto I con la mia macchina. Il Caos, il traffico vicino all’ufficio postale, la sosta selvaggia, il sorpasso dei motorini da ogni lato (anche se qualcuno ha iniziato a mettere il casco). Il girare a vuoto in questa giornata per le strade del mio paese provoca in me un mix di sensazioni contrastanti: ed è per questo che guardo questa città spenta che si accinge a festeggiare il Natale. La crisi economica è arrivata anche qui. L’anno nuovo non promette niente di buono, stando alle notizie che arrivano dal mondo da parte degli analisti finanziari. Se alla crisi che oggi arriva, uniamo quelle che sono le condizioni di abbandono di questi territori, piagati dalla disoccupazione, c’è da stare veramente male. Intanto però vedo diversi presepi per le strade del paese, opere di tante persone che, con la loro vena creativa, dimostrano che qui sappiamo fare anche cose buone (e non solo sparare o generare delinquenza) e mi consolo sperando che il Natale sia per questa terra un momento di rinascita. Questo però sarà l’anno nuovo a dircelo; per adesso continuiamo ad essere lazzari felici, gente che non trova più pace, come dice la canzone (se mai l’abbiamo avuta), ma che si accontenta di quel poco (molto poco) che ha.